Disturbo dell’Orgasmo Femminile Prato
Cosa è il disturbo dell’orgasmo femminile e le sue possibili cause
Eccitazione e orgasmo sono due delle quattro fasi del ciclo di risposta sessuale: Eccitazione, Plateau, Orgasmo e Risoluzione.
L’orgasmo femminile è la fase di massimo piacere nel ciclo di risposta sessuale, il punto in cui si “risolvono” una serie di cambiamenti di tipo fisiologico ed emotivo, con grandi sensazioni di piacere. La fase precedente l’orgasmo è invece la risposta di eccitazione, caratterizzata da lubrificazione delle pareti vaginali e ispessimento del clitoride dovuto all’aumento del flusso sanguigno nei tessuti spugnosi.
In seguito, diminuiscono le dimensioni della vagina del 30% circa, mentre il clitoride si ritira. Infine, compaiono una serie di contrazioni involontarie, le quali rappresentano la fase dell’orgasmo: contrazioni ritmiche perivaginali nel terzo esterno della vagina (parte corrispondente alla prima porzione del canale vaginale), contrazioni dell’utero e dello sfintere anale. Parallelamente a queste contrazioni si hanno cambiamenti in altre parti del corpo (respirazione, battito cardiaco, obnubilamento della coscienza).
Le donne mostrano un’ampia variabilità nel tipo o nell’intensità di stimolazione che provoca l’orgasmo. Allo stesso modo, le descrizioni soggettive di orgasmo sono estremamente varie, suggerendo che viene sperimentato in molto modi differenti, sia tra donne diverse sia dalla stessa donna in occasioni differenti.
Alla base di tale disturbo vi è un ritardo, marcata frequenza o assenza di orgasmo. Inoltre, l’intensità delle sensazioni orgasmiche è marcatamente ridotta. Al fine di una diagnosi clinica di disturbo dell’orgasmo femminile è necessario che i sintomi siano presenti in quasi tutte o tutte le occasioni di attività sessuale, con conseguente disagio personale e/o di coppia.
Sintomi del disturbo dell’orgasmo femminile
Principali criteri descrittivi del Disturbo dell’Orgasmo Femminile secondo il DSM-5 (2014)
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Cura del disturbo
Il disturbo dell’orgasmo femminile può essere affrontato e superato nella stragrande maggioranza degli interventi psicoterapeutici, ovviamente quando non risulti secondario a cause prettamente organiche (es. malattie endocrine).
In primo luogo, il trattamento prevede la comprensione della cause che possono aver definito e mantenuto nel tempo il problema. Esistono molti fattori causali di natura psicologica alla base di tale disturbo, tra questi: stile educativo familiare molto rigido e/o sessuofobico, traumi sessuali pregressi, paura di perdere il controllo con forti sentimenti di colpa, conoscenza scarsa della sessualità e del proprio corpo, problemi di coppia, ansia da prestazione etc.
Una volta identificate le cause e le variabili che ne caratterizzano la manifestazione, si procede al trattamento che prevede una integrazione fra Terapia Mansionale Integrata (TMI) e terapia Cognitivo-Comportamentale orientata alle disfunzioni sessuali.
Molto efficace, a tal proposito, è il programma terapeutico ideato da LoPiccolo (LoPiccolo e Lobitz, 1972; Heiman etal., 1976), il quale si sviluppa in una serie di passaggi fondamentali, tra cui: una fase psicoeducazionale mediante la quale la donna affina la propria consapevolezza corporea e la conoscenza delle proprie sensazioni; tecniche di esposizione graduata in vivo al fine di abbassare l’ansia; training di abilità sessuali effettuato mediante tecniche specifiche; tecniche di sensibilizzazione focalizzata (per un approfondimento, si veda Dettore, 2001, 2004).
Qualora l’anorgasmia sia secondaria, cioè comparsa in seguito, oltre al percorso precedentemente descritto, sarà opportuno affrontare le dinamiche del rapporto di coppia, conflitti e possibili fobie eventualmente comparse tra i partner.