Le emozioni rappresentano uno degli aspetti più fondamentali e affascinanti dell’esperienza umana. Sono componenti essenziali della nostra vita quotidiana, influenzano i nostri pensieri, i comportamenti, le decisioni e persino il nostro benessere fisico. In psicologia clinica, il loro studio ha un ruolo centrale, in quanto permette di comprendere non solo i disturbi psicopatologici, ma anche i processi di guarigione e cambiamento che avvengono nella psicoterapia. Io stesso come psicologo a Prato uso le emozioni come strumento elettivo nell’aiutare le perosne.
Che cosa sono le emozioni?
Possono essere definite come stati affettivi complessi che includono componenti fisiologiche, cognitive e comportamentali. Quando proviamo un’emozione, il nostro corpo reagisce (battito cardiaco, respiro, tensione muscolare), la nostra mente attribuisce un significato a ciò che stiamo vivendo (pensieri, interpretazioni) e spesso siamo spinti a mettere in atto un comportamento (fuga, avvicinamento, espressione verbale o non verbale).
Paul Ekman, uno dei maggiori studiosi al mondo di questo tema, ha individuato alcune emozioni di base — come paura, rabbia, tristezza, gioia, disgusto e sorpresa — che sono universali e presenti in tutte le culture. A queste si aggiungono emozioni più complesse, come vergogna, colpa, orgoglio, che spesso dipendono dall’apprendimento sociale e dalle esperienze individuali.
La funzione adattiva di una emozione
Dal punto di vista evolutivo, le emozioni hanno una funzione adattiva: ci aiutano a sopravvivere e a orientarci nell’ambiente. Ad esempio, la paura ci segnala un pericolo e ci prepara a reagire con la fuga o la difesa; la rabbia ci permette di affrontare una minaccia o un’ingiustizia; la gioia ci motiva a ripetere esperienze positive; la tristezza ci spinge a ritirarci e riflettere nei momenti di perdita.
Oltre alla funzione individuale, queste hanno anche un’importante funzione sociale: comunicano agli altri come stiamo, facilitano l’empatia e rafforzano i legami interpersonali. Il sorriso, ad esempio, segnala apertura e disponibilità, mentre il pianto può evocare cura e supporto da parte degli altri.
Emozioni e psicopatologia
Le emozioni giocano un ruolo centrale anche nello sviluppo e nel mantenimento dei disturbi psicologici. Numerose ricerche hanno mostrato che i problemi emotivi — come la difficoltà a riconoscere, esprimere o regolare le emozioni — sono comuni in molte condizioni psicopatologiche, tra cui depressione, ansia, disturbi di personalità, disturbi post-traumatici e disturbi alimentari.
Ad esempio, nella depressione è frequente una marcata diminuzione delle emozioni positive (anedonia) e un aumento di emozioni negative, come colpa e disperazione. Nei disturbi d’ansia, le emozioni di paura e preoccupazione diventano pervasive e spesso sproporzionate rispetto alla realtà. Nei disturbi borderline di personalità, si osserva una marcata instabilità emotiva, con rapide oscillazioni tra emozioni intense.
Emozioni in psicoterapia: un alleato per il cambiamento
Nella psicoterapia, le emozioni non sono solo oggetto di analisi, ma anche potenti strumenti di lavoro. Molti modelli terapeutici — dalle terapie cognitivo-comportamentali (CBT) alle terapie focalizzate sulle emozioni (EFT), dalla terapia psicodinamica alla mindfulness — riconoscono il ruolo cruciale delle emozioni nei processi di cambiamento.
Ecco alcuni modi in cui le emozioni vengono utilizzate nella pratica clinica:
1. Riconoscimento e consapevolezza emotiva
Molte persone che arrivano in terapia hanno difficoltà a identificare e nominare ciò che provano. Alcuni hanno imparato a evitare le emozioni, altri a sopprimerle, altri ancora ne sono sopraffatti. Un primo passo fondamentale è aiutare il paziente a sviluppare consapevolezza emotiva: imparare a riconoscere le emozioni nel corpo, dare loro un nome, collegarle ai pensieri e alle situazioni che le hanno generate.
Questa fase è cruciale, perché finché un’emozione resta vaga o confusa, è difficile lavorarci sopra. Tecniche come il monitoraggio emotivo, l’uso di diari, la mindfulness e la riflessione guidata possono essere molto utili in questo senso.
2. Espressione e accettazione delle emozioni
Molti disturbi psicologici si mantengono proprio perché le emozioni vengono evitate, represse o giudicate negativamente. Un obiettivo importante della terapia è creare uno spazio sicuro in cui una emozione possa essere espressa e accolta senza giudizio. Questo non significa “sfogarsi” in modo incontrollato, ma permettere all’emozione di emergere, essere esplorata e compresa.
Ad esempio, una persona che ha subito un trauma può avere bisogno di esprimere il dolore, la rabbia e la paura legati all’evento traumatico, anziché tenerli sepolti per anni. L’accettazione emotiva è alla base di molte terapie contemporanee, come l’ACT (Acceptance and Commitment Therapy), che invita a fare spazio ad un’emozione senza farsi sopraffare da essa.
3. Regolazione emotiva
Non tutte le emozioni possono essere semplicemente “lasciate fluire”. A volte è necessario imparare a regolare l’intensità emotiva, a tollerare il disagio e a trovare modi più adattivi di rispondere alle emozioni. Tecniche come la respirazione consapevole, il rilassamento, la ristrutturazione cognitiva e le strategie comportamentali sono strumenti fondamentali per aiutare il paziente a gestire quelle intense.
Nella DBT (Dialectical Behavior Therapy), ad esempio, vengono insegnate abilità specifiche per la regolazione emotiva, la tolleranza allo stress e l’efficacia interpersonale.
4. Trasformazione e rielaborazione emotiva
Le emozioni non sono solo da gestire, ma possono diventare una chiave per la trasformazione personale. Le terapie focalizzate sulle emozioni (come l’EFT di Leslie Greenberg) lavorano proprio sulla trasformazione degli schemi emotivi disfunzionali, aiutando il paziente a sostituire quelle maladattive (es. vergogna, colpa eccessiva) con altre più adattive (es. rabbia sana, autocompassione).
Anche nella terapia psicodinamica le emozioni sono centrali, soprattutto quando vengono portati alla luce conflitti inconsci e vissuti emotivi rimossi. Il processo di insight, cioè di comprensione profonda di sé, passa attraverso la rielaborazione emotiva di esperienze passate.
Conclusioni
L’emozione è il cuore pulsante della psicoterapia. Un’emozione non è un semplice “sintomo” da eliminare, ma un segnale prezioso che ci guida verso ciò che conta davvero. Imparare a conoscerle, accoglierle e utilizzarle in modo costruttivo è una delle sfide più affascinanti e trasformative della crescita personale.
In definitiva, il lavoro emotivo in terapia non riguarda solo il “sentirsi meglio”, ma anche il diventare più autentici, più liberi e più in contatto con ciò che ci rende umani.