Frustrazione e aggressività - Psicologo Prato Iglis Innocenti

Frustrazione e aggressività

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La frustrazione e l’aggressività sono due componenti spesso molto legate fra loro. Un po’ come la polvere da sparo e la scintilla.

La frustrazione si definisce come la condizione in cui viene a trovarsi l’organismo quando è ostacolato, in modo permanente o temporaneo, nella soddisfazione dei propri bisogni.

Frustrazione e aggressività nei bambini

Incontrare ostacoli al soddisfacimento dei bisogni è un’evenienza normale nel corso dell’esistenza.

Sin dalla nascita il bambino è sottoposto ad una lenta somministrazione di frustrazioni. Pertanto, è compito dei genitori somministrarle in modo tollerabile. Per un sano sviluppo della personalità è indispensabile che il dosaggio delle frustrazioni sia scelto opportunamente e non superi certi limiti di tolleranza.

Non è certamente facile trovare il confine di questi limiti. Il bambino, quando lo sforzo di adattamento all’ambiente frustrante è prolungato elabora schemi di difesa. Ad esempio i genitori iperprotettivi ed ansiosi possono limitare i bisogni di autonomia. Così, i suddetti schemi di difesa possono irrigidirsi progressivamente e persistere nel tempo, lasciando una traccia durevole. Alla prima provocazione è possibile possano riemergere nel comportamento del bambino.

Al contrario, con genitori eccessivamente remissivi e indulgenti nei confronti del bambino, si può avere una scarsa somministrazione di frustrazioni. Ciò determina il permanere del carattere nella fase dell’egocentrismo infantile. In questo caso, le frustrazioni possono insorgere quando il bambino esce dall’ambiente familiare e non trova più rispondenza alle sue pretese esagerate.

Un insuccesso scolastico, un fallimento di una prova d’esame, l’abbandono o l’isolamento affettivo, la morte di una persona cara, ecc. sono altrettante occasioni di frustrazioni di bisogni umani essenziali. Attraverso il superamento di queste ed altre situazioni frustranti gli individui incorporano valori e regole di quella società e possono così adattarsi ad essa in modo più o meno soddisfacente.

Aggressività aperta e mascherata

L’aggressività è quella reazione alla frustrazione che tende a mettere in difficoltà la persona o l’oggetto che è avvertito come causa della frustrazione stessa. Tale aggressione non risolve il problema, pur scaricando l’energia accumulata.

L’aggressività può essere aperta oppure mascherata. L’aggressività è il più delle volte aperta nel bambino, in cui è meno evidente la differenza tra gli impulsi e il comportamento. Solo con il tempo egli impara a reprimere e dilazionare i bisogni. Egli trasferisce gli impulsi aggressivi nel comportamento verbale e motorio con maggiore immediatezza rispetto all’adulto, che ha interiorizzato le norme e i divieti della società in cui vive.

L’aggressività aperta

Possiamo trovare l’aggressività aperta come reazione alla frustrazione in molti ambiti e forme. Ad esempio, nel bambino piccolo in cui gli impulsi si trasferiscono con immediatezza nel comportamento. Oppure, nel bambino più grande, nelle famiglie molto tolleranti in cui l’aggressività aperta è ampiamente permessa, per cui il bambino rimane più a lungo nella fase dell’egocentrismo. Infine, nell’adulto normale, specialmente nelle aree culturali in cui ciò risponde agli ideali e codici di comportamento di quella società, o in soggetti con patologie psichiatriche.

L’aggressività mascherata

L’aggressività mascherata, invece, può rimanere a livelli di impulso, di reazione emotiva, mentre l’individuo si trattiene dal metterla in atto. In questo caso, il soggetto si limita ad esprimerla in forme attenuate, socialmente ammesse. Forme tipicamente mascherate di aggressività sotto cui traspare l’intenzione aggressiva sono: maldicenze, ironie, satire, sospetti ingiustificati, frecciate nel discorso che tendono a mettere gli altri in cattiva luce.

Il soddisfacimento dell’impulso aggressivo può aversi anche a livello immaginativo. In questo caso, il soggetto è portato ad immaginarsi nella mente situazioni in cui l’oggetto dell’aggressività viene maltrattato, umiliato o quanto egli non possa fare in pratica.

Qualche volta l’individuo cerca di reprimere la reazione aggressiva e può riuscirvi attraverso la rimozione. Rimuovere l’impulso aggressivo non vuol dire estinguerlo, ma solo ignorare le cause sul piano della coscienza, infatti, l’impulso rimosso può trovare altre vie di scarico.

L’individuo può anche scaricare l’impulso aggressivo nel comportamento, ma in modo indiretto, ad es. verso altri oggetti o persone (reazione di spostamento). Inoltre, l’aggressività non è rivolta sempre verso un agente estraneo, può essere rivolta verso la stessa persona che è stata vittima della frustrazione (autoaggressività).

Come possiamo fare per migliorare la nostra tolleranza alle frustrazioni

  • Distinguere ciò che possiamo e non possiamo cambiare . Se la situazione può essere cambiata, allora programmare un graduale cambiamento.
  • Assimilare il fatto che i desideri non sono delle necessità che richiedono una soluzione immediata.
  • Imparare dalle esperienze passate: guardare ad avversità passate per ricavare lezioni utili a migliorare le proprie attuali strategie di fronteggiamento.
  • Riconoscere che la perfezione non esiste e che essere eccessivamente esigenti verso se stessi favorisce la frustrazione e paralizza l’attività e lo slancio creativo.
  • Osservare consapevolmente la nostra vita, essere presenti e non solo passeggeri o testimoni della nostra esistenza.
  • Prendersi cura di sé e nutrire una visione positiva di noi stessi e della nostra capacità di affrontare i problemi.
  • Creare buone relazioni sociali e accettare il sostegno e l’aiuto degli altri.
  • Evitare di vedere le crisi come problemi insormontabili, ma viverle come occasioni per imparare.