“Essere o non essere….gay”!
Molti pazienti arrivano al mio studio di psicoterapia a Prato dicendo esplicitamente:”Vorrei sapere se sono gay!”. Mi raccontano di avere pensieri, dubbi, rimuginazioni sul proprio orientamento sessuale, con sensazioni di profonda ansia e angoscia.
Il tema è delicato. Infatti, uno psicoterapeuta non potrà mai dire se una persona è gay oppure no. L’orientamento sessuale, l’attrazione, il desiderio che un uomo o una donna provano per un’altra persona, non possono essere definite da un professionista. Fanno parte del mondo interno della persona che le prova. Il senso, il loro significato è personale.
Lo psicoterapeuta ha, invece, il compito di aiutare il soggetto a capire se quei pensieri e dubbi così pervicaci sono identificabili con un disturbo: il Disturbo Ossessivo Compulsivo Omosessuale.
Il DOC Omosessuale
Abbiamo visto in un’altra pagina del sito cosa sia il Disturbo Ossessivo-Compulsivo. In sintesi, è un disturbo caratterizzato da pensieri persistenti, intrusivi e non desiderati che la persona non riesce a controllare. Possono portare a notevole malessere e all’attuazione di comportamenti compulsivi, detti “rituali”.
Si tratta di comportamenti che chi soffre di DOC prova il bisogno irresistibile di eseguire per ridurre il malessere e l’ansia o per prevenire il verificarsi di eventi temuti.
Il DOC Omosessuale è caratterizzato da pensieri intrusivi (immagini, impulsi, idee, commenti interni) che creano un dubbio sulla propria identità sessuale. Ciò comporta un forte vissuto di angoscia, fino a terrore. L’individua sperimenta un profondo senso di precarietà nella propria vita. Ciò innesca, così, una serie di tentativi, estenuanti e ripetitivi, per “annullare” quel terrore, quell’angoscia. Il soggetto mette in atto, infatti, pensieri e comportamenti contrari ai pensieri ossessivi al fine di ridurre l’ansia e trovare rassicurazione circa il proprio orientamento sessuale. Di conseguenza, si instaurano delle vere e proprie compulsioni per ristabilire il proprio senso di sé.
Come riconoscere il disturbo: un caso esemplificativo
Un mio paziente venne allo studio raccontandomi di avere da alcuni mesi dei forti dubbi sulla propria identità sessuale, con crisi di ansia e angoscia per la quasi totalità del tempo.
Tutto era partito dal video della cena delle superiori fatta 15 anni prima e che aveva rivisto qualche mese fa. Ad un certo punto, racconta di aver riconosciuto nel video un suo caro amico, che aveva continuato a frequentare negli anni successivi, e di aver pensato, senza volerlo, “guarda come era bello!”. Da qui è partito il dubbio e l’ossessione sulla propria sessualità.
Col passare del tempo, l’ansia è diventata sempre più significativa e pervasiva. Ogni situazione diventava occasione per questa lotta intestina fra dubbi e ricerca di conferma. Ad esempio, guardare un film con protagonista un uomo muscoloso ed atletico scaturiva in lui immagini a sfondo omoesessuale, con conseguente ansia e paura. Oppure: se durante un rapporto sessuale questi sentiva venire meno l’erezione, subito si innescava la paura che fosse dovuta alla propria omosessualità.
La ricerca di “test” per comprovare la propria eterosessualità era diventata sempre più ossessiva. Addirittura, decise di andare a prostitute per verificare la propria virilità, ritrovandosi, al contrario, a sperimentare nuovamente difficoltà erettive dovute ad una situazione che non era per niente confacente a lui.
Nel breve tempo, aveva anche cominciato ad evitare le situazioni potenzialmente pericolose. Ad esempio, fare la doccia nella palestra per non vedere gli altri uomini nudi, oppure salutare abbracciando i propri cari o propri amici maschi, guardare le parti intime degli uomini come il sedere e/o il petto e/o il viso troppo intensamente.
Terapia del DOC omosessuale
Si può uscire dal disturbo.
Come nel caso del Disturbo Ossessivo-Compulsivo, anche il DOC Omosessuale ha un percorso di trattamento molto valido, che può aiutare l’individuo ad uscire dal problema.
Il trattamento Cognitivo-Comportamentale è senza dubbio uno dei percorsi di trattamento elettivo per questa difficoltà, unitamente alle tecniche di terapia costruttivista.
L’obiettivo innanzitutto è favorire nel paziente la capacità di tollerare e accettare la comparsa di questi pensieri e di queste immagini. Questo può avvenire attraverso l’impiego di alcune tecniche terapeutiche (es. esposizione con prevenzione della risposta) che permettono alla persona di imparare a gestire l’ansia correlata ai pensieri e alle immagini intrusive. Questo unitamente alla possibilità di non mettere in atto i rituali comportamentali e gli evitamenti tipici di chi ha paura di essere gay.
Il percorso, inoltre, ha come obiettivo la comprensione del significato di questi pensieri. Perché emergono questi dubbi? Perché ruotano intorno al tema della sessualità? Qual è il significato funzionale ed emotivo di questo disturbo?
Se pensi possa esserti di aiuto, io sono qui per ascoltarti.