L'assertività come strumento efficace di comunicazione - Psicologo Prato Iglis Innocenti

L’assertività come strumento efficace di comunicazione

Tabella dei Contenuti

L’assertività è un processo cognitivo, emotivo e comportamentale che volge ad uno scopo ben preciso. Quello di favorire l’affermazione di se stessi, nel pieno rispetto del nostro interlocutore. L’assertività si riferisce, quindi, alla capacità di esprimere efficacemente il nostro mondo interno (ad es., un pensiero, un bisogno, una emozione), senza aggredire l’altro.

Pensiamo a quante volte ci siamo imbattuti in situazioni in cui la nostra posizione era diametralmente opposte o lontana dalla persona con cui stavamo intrattenendo una discussione. Sono circostanze che possono metterci in difficoltà o in imbarazzo. Non è facile dire ad un amico che il suo atteggiamento ci fa arrabbiare. Ancora più difficile è far notare al nostro titolare che una sua decisione va a ledere un nostro diritto o la qualità del nostro lavoro.

Le basi dell’assertività

Esistono alcuni elementi fondamentali su cui si fonda l’assertività.

Innanzitutto, essere assertivi significa saper riconoscere le emozioni e saperle comunicare.

Riuscire a cogliere gli aspetti emotivi (es., rabbia, paura etc.) permette all’individuo di comprendere cosa sta accadendo, sia dentro che fuori di noi. Le emozioni sono “portatori sani di significato”. Ciò indica che le emozioni danno un senso alle nostre esperienze. Saperle riconoscere e decodificarle fornisce la possibilità di avere coscienza di ciò che accade e di ciò che è importante per noi.

In seguito è necessario comunicare le emozioni. Quindi saper trasmettere ad una terza persona il significato delle nostre emozioni ci permette di condividere le esperienze personali, i nostri pensieri, valori ed aspettative. Mette in contatto il nostro Sé con il mondo esterno. Le capacità linguistiche e non verbali diventano molto importanti in questo aspetto.

A questi si aggiunge un ulteriore elemento. Il comportamento assertivo si basa sulla capacità di valorizzare se stessi e gli altri, riconoscendo degli aspetti di qualità alla nostra persona e a chi ci sta parlando. Va da sé che sia molto importante avere una buona autostima, che si esprime nella sicurezza personale e nella capacità di dare un valore positivo a ciò che siamo.

La comunicazione assertiva

Comunicare in maniera assertiva significa veicolare un significato personale in maniera non aggressiva. Pertanto, l’assertività consente, da un punto di vista comunicativo, di essere responsabile dei propri diritti e di quelli altrui. Mantiene un focus sul contenuto delle nostre idee e permette di non prevaricare l’identità dell’altro fino a negarla. Consente, quindi, di comunicare i propri bisogni e sentimenti in maniera chiara e diretta, sempre coerentemente con i nostri valori e principi.

A questo proposito, possiamo identificare alcuni passi fondamentali che possono aiutarci a favorire un comportamento assertivo, evitando di scadere nell’aggressività.

  1. Rispetto. Si deve sempre avere rispetto del nostro vissuto, dei nostri pensieri e di ciò che siamo. Ma “rispetto” significa anche avere cura dell’altro: della sua soggettività, identità e dei suoi bisogni. Ciascuno di noi ha il diritto di esprimere la propria individualità, sempre nei limiti dei bisogni altrui. A tal proposito ricordo la meravigliosa frase erroneamente legata a Voltaire: “Non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu possa dirlo!
  2. Metti a fuoco chi sei REALMENTE. Accondiscendere o negare un nostro assenso è parte di quel diritto di cui parlavamo sopra. Dire “sì” o dire “no” deve essere l’espressione di un nostro reale bisogno. Si deve prendere la responsabilità di ciò che siamo, senza mettersi maschere sul volto e giocare un ruolo che non ci rappresenta. Tante volte diciamo “sì” solo perché si ha paura di un giudizio negativo (vedi il mio precedente articolo sulla paura del giudizio – link), e accondiscendiamo a fare cose che non ci danno soddisfazione.
  3. Esporsi e chiedere ciò di cui sentiamo il bisogno. Tante volte evitiamo di fare domande o fare delle richieste per paura che queste ci vengano negate. Ma la legittimità di quello che sentiamo, dei nostri bisogni ed emozioni non deve provenire dagli altri. Siamo sovrani del nostro mondo interno, gli autori unici delle nostre esperienze emotive. Pertanto, l’importanza di ciò che siamo e sentiamo deve essere “certificata” da noi stessi, autolegittimandosi le richieste. Starà al nostro interlocutore prendersi la responsabilità dei propri bisogni e , quindi, delle proprie istanze. La nostra responsabilità è quella di tutelare il nostro punto di vista, che garantirà a noi stessi la creazione di un mondo a nostra immagine e somiglianza!