Con l’arrivo dell’estate, la parola vacanza assume un significato che va ben oltre il semplice “staccare la spina” dal lavoro e lasciarsi andare. Per molti, è un momento atteso tutto l’anno, carico di aspettative, desideri e bisogni profondi. Ma perché è così importante lasciarsi andare in vacanza, non solo fisicamente ma anche mentalmente ed emotivamente? Lasciarsi andare ha un significato psicologico molto importante, con impattanti benefici per il nostro equilibrio psicofisico davvero significativi.
Il bisogno di disconnessione: non solo tecnologia
Quando si parla di vacanza, spesso si sottolinea la necessità di “disconnettersi”, intendendo l’allontanamento da email, telefonate, riunioni e routine frenetiche. Tuttavia, la disconnessione più importante è quella interiore: uscire dalla modalità “iper-produttiva” e permettersi di essere, invece che fare.
Nel corso dell’anno, molte persone vivono in una continua tensione tra doveri e responsabilità. La mente è costantemente orientata verso il futuro: scadenze da rispettare, problemi da risolvere, obiettivi da raggiungere. Questo stato mentale, definito in psicologia modalità orientata al compito, è utile per affrontare le sfide quotidiane, ma a lungo andare può generare stress cronico, ansia, insonnia e una perdita del contatto con i propri bisogni profondi.
La vacanza rappresenta un’opportunità preziosa per passare alla modalità esperienziale, in cui l’attenzione si sposta dal “fare” al “sentire”, al “vivere il presente”. In altre parole, è il momento in cui possiamo – e dovremmo – lasciarci andare.
Che cosa significa “lasciarsi andare”?
Lasciarsi andare non significa diventare irresponsabili o trascurare completamente i propri impegni, ma piuttosto permettersi di allentare il controllo. È un processo che implica fiducia: fiducia che il mondo continuerà ad andare avanti anche se ci prendiamo una pausa, che possiamo concederci del tempo senza sentirci in colpa, e che possiamo essere noi stessi, senza maschere o prestazioni.
A livello psicologico, lasciarsi andare significa:
Accogliere l’imprevedibile: accettare che non tutto sia pianificabile e che proprio nell’imprevisto può celarsi la bellezza.
Ascoltare i propri bisogni autentici: dormire quando si è stanchi, mangiare quando si ha fame, camminare senza meta, restare in silenzio o chiacchierare senza fretta.
Riconnettersi con il corpo: abbandonare la rigidità fisica e mentale, magari attraverso attività come il nuoto, lo yoga, il ballo o semplicemente camminando a piedi nudi.
Sperimentare emozioni senza giudizio: gioia, malinconia, entusiasmo, pigrizia… Tutte emozioni che trovano spazio solo quando la mente smette di “correggere” costantemente ciò che proviamo.
Perché è difficile lasciarsi andare?
Per molte persone, lasciarsi andare non è affatto naturale. Alcuni sperimentano un senso di colpa per il solo fatto di riposare, altri si sentono ansiosi nell’assenza di una routine strutturata. Questo accade spesso in soggetti con una forte identificazione con il ruolo professionale o in coloro che trovano sicurezza nel controllo.
Spesso, dietro questa difficoltà si celano credenze profonde, come:
“Solo se sono produttivo valgo qualcosa.”
“Se mi fermo, perdo tempo.”
“Riposarsi è da pigri.”
Queste convinzioni, acquisite spesso durante l’infanzia o rafforzate da una cultura ipercompetitiva, possono sabotare l’esperienza vacanziera, trasformandola in un’altra lista di cose da fare, vedere, organizzare.
I benefici psicologici del lasciarsi andare
Quando si riesce a superare le barriere interiori e ci si permette davvero di lasciarsi andare, i benefici non tardano ad arrivare:
Riduzione del cortisolo: il livello di cortisolo, noto come “ormone dello stress”, tende a diminuire significativamente durante le vacanze, favorendo uno stato di rilassamento profondo.
Miglioramento dell’umore: il contatto con la natura, l’assenza di pressioni quotidiane e la libertà di seguire il proprio ritmo contribuiscono ad aumentare i livelli di serotonina e dopamina, i “neurotrasmettitori del benessere”.
Riconnessione relazionale: durante le vacanze, la qualità delle relazioni interpersonali migliora, poiché si ha più tempo ed energia per ascoltare, parlare, condividere.
Rigenerazione cognitiva: il cervello, libero dalla pressione della produttività, può riorganizzare le informazioni, elaborare emozioni trascurate, produrre nuove idee e intuizioni.
Come favorire il lasciarsi andare in vacanza
Ecco alcuni suggerimenti pratici per aiutare mente e corpo a entrare in modalità “vacanza autentica”:
Limitare le connessioni digitali: disattiva le notifiche, stabilisci momenti della giornata senza smartphone.
Evita di sovraccaricare l’agenda: non trasformare la vacanza in una corsa a tappe. Lascia spazio alla noia, al riposo, alla spontaneità.
Pratica la consapevolezza (mindfulness): osserva ciò che ti circonda con attenzione, respira profondamente, assapora i momenti semplici.
Sii gentile con te stesso: concediti pause senza giudizio, ascolta ciò di cui hai bisogno e rispettalo.
Crea dei piccoli rituali quotidiani: una camminata all’alba, un taccuino in cui scrivere pensieri, una tisana prima di dormire. Aiutano a radicarsi nel presente.
Conclusione
Lasciarsi andare in vacanza non è un lusso, ma un atto di cura verso se stessi. È un momento in cui possiamo recuperare parti dimenticate di noi, ritrovare equilibrio, rinnovare la nostra energia vitale. In un mondo che ci spinge costantemente a “fare di più”, imparare a lasciarsi andare è forse uno dei gesti più rivoluzionari – e terapeutici – che possiamo compiere.
Prendiamoci il tempo per respirare, per vivere con lentezza, per ascoltare. Perché il vero viaggio, alla fine, è sempre dentro di noi.