Bulimia Nervosa - Psicologo Prato Iglis Innocenti

Bulimia Nervosa

Cosa è la bulimia nervosa?

Ciò che contraddistingue la Bulimia Nervosa è un problema dell’alimentazione. In questi casi una persona tende ad ingerire una grande quantità di cibo per poi ricorrere a diversi metodi per riuscire a non metabolizzarlo e, quindi, ingrassare: vomito autoindotto, utilizzo di lassativi, purghe, digiuni e intenso esercizio fisico.
Come per l’Anoressia Nervosa, l’età d’esordio del disturbo è compresa tra i 12 e i 25 anni, però nella Bulimia Nervosa il picco di maggiore frequenza è 17-18 anni. L’esordio prima della pubertà o dopo i 40 anni è raro.

Capire se si è affetti da Bulimia Nervosa non è semplice.
Molte persone pensano di essere bulimiche ma in realtà non lo sono.
Per pronunciare una diagnosi di Bulimia Nervosa devono essere presenti caratteristiche e criteri ben specifici:

  • Abbuffate ricorrenti: un’abbuffata si definisce sulla base di due caratteristiche che devono essere entrambe presenti: il consumo di una grande quantità di cibo e la sensazione di perdita di controllo sull’atto del mangiare (ad es. sentire che non ci si può astenere dall’abbuffarsi, oppure non riuscire a fermarsi una volta iniziato a mangiare). In alcuni casi, soprattutto quando il disturbo dura da molto tempo, le abbuffate sono programmate e quindi, in un certo senso, può mancare il senso di perdita di controllo.
    La perdita di controllo associata alle abbuffate, però, non è assoluta: il soggetto può continuare l’abbuffata a dispetto del telefono che squilla, ma interromperla bruscamente se il coniuge o il compagno di stanza entra inaspettatamente nella stanza. L’abbuffata deve inoltre verificarsi in un periodo di tempo abbastanza lungo (ad es. nell’arco di due ore). Lo snacking, ovvero il mangiucchiare fuori dai pasti, non può essere considerato un’abbuffata.
  • Comportamenti di compenso: la seconda caratteristica importante della Bulimia Nervosa è che le abbuffate devono essere seguite da condotte compensatorie finalizzate a prevenire l’aumento di peso. Il mezzo più frequentemente usato è il vomito che, in alcuni casi, può essere autoindotto dopo l’assunzione di qualsiasi cibo e non necessariamente dopo un’abbuffata. Dopo le abbuffate alcune persone affette da Bulimia assumono grandi quantità di lassativi per eliminare il cibo introdotto. Altre digiunano o fanno esercizio fisico in modo eccessivo. Anche se è difficile definire esattamente il digiuno e l’attività fisica eccessiva, convenzionalmente si assume che il digiuno equivalga all’assenza di assunzione di cibo per un periodo superiore alle 24 ore e che l’esercizio fisico sia eccessivo quando interferisce con attività giornaliere importanti oppure quando avviene in ore o in luoghi inappropriati e continua nonostante condizioni mediche precarie.
  • Frequenza delle abbuffate e dei comportamenti di compenso: perché sia diagnosticata la Bulimia Nervosa, le abbuffate e le condotte compensatorie devono verificarsi entrambi in media almeno 1 volta alla settimana per almeno 3 mesi. Stabilire una frequenza minima significa escludere le persone che si abbuffano con minor frequenza dal momento che sembra esistere una correlazione (seppur controversa) tra frequenza delle abbuffate e psicopatologia.
  • Preoccupazione estrema per il peso e per l’aspetto fisico: le persone affette da Bulimia si preoccupano molto del proprio peso e aspetto fisico e la loro autostima varia soprattutto in base a questi due fattori. Si sentono spesso in dovere di seguire una dieta e sono terrorizzate all’idea di aumentare di peso; se ciò accade possono diventare depresse e fare di tutto per dimagrire: spesso è proprio questo il motivo che le spinge a cercare cure mediche.

I fattori scatenanti più comuni sono:

  • fare esperienza di una emozione negativa
  • condizioni interpersonali stressanti
  • restrizione dietetica
  • sentimenti negativi in merito al proprio peso e alla propria forma fisica
  • noia

La Bulimia Nervosa va a colpire anche i normali ambiti di vita dell’individuo: il forte sentimento di vergogna porta queste persone ad evitare le interazioni sociali, quali lo stare a tavola con gli altri, oppure diventano ansiose e irritabili, rendendo così i rapporti con gli altri molto difficili.

Le principali caratteristiche psicologiche delle persone con Bulimia Nervosa sono:

  • Tendenza al perfezionismo: i soggetti che soffrono di Bulimia Nervosa aspirano al massimo della prestazione in molte delle cose che fanno, dalle attività creative fino a quelle sportive e/o lavorative. Non si accontentano di vivere un’esperienza, costringendosi ad ottenere “sempre” un successo o il massimo risultato. In altre parole, “fagocitano senza gustare”, sia nell’alimentazione che nella vita di tutti i giorni. Là dove questi risultati non vengono ottenuti, la persona esperisce un profondo senso di delusione e fallimento, che va ad intaccare il già precario senso di autostima.
  • Approccio “tutto o nulla”: queste persone tendono a passare da un approccio rigido restrittivo ad uno del tutto trasgressivo e senza limiti, sia nel comportamento alimentare che nella vita quotidiana. Ad esempio, il pensiero tutto o nulla può innescare una crisi bulimica quando la persona, credendo di aver mangiato una quantità di cibo in eccesso rispetto a quanto “consentito”, ormai “deluso” da questo extra, si lascerà andare ad un’abbuffata (“Ormai ho rovinato tutto!”).
  • Bassa autostima: una volta aver fallito il rigido percorso di restrizione alimentare, le persone con Bulimia Nervosa provano un profondo senso di colpa, con sentimenti di forte delusione ed angoscia, e una percezione di se stessi come senza valore.
  • Comportamenti impulsivi: spesso queste persone presentano significative difficoltà nel gestire i propri impulsi, arrivando ad un uso eccessivo di alcol o di sostanze, comportamenti autolesionistici (procurarsi piccoli tagli o bruciature sulla pelle), attività sessuale promiscua, ricerca di situazioni estreme e pericolose.

Una recente review sul tema della Bulimia Nervosa (Lavender, 2015) ha sottolineato quale aspetto psicologico fondamentale la disregolazione emotiva, la quale si esprime in questi soggetti nelle seguenti modalità:

  • scarsa flessibilità nella scelta delle strategie appropriate al fine di modulare la durata o l’intensità delle risposte emotive
  • in situazioni di stress emotivo, ridotta capacità di inibire comportamenti impulsivi o di mantenere comportamento goal-directed
  • scarsa consapevolezza ed accettazione dei propri stati emotivi
  • evitamento nell’esperire distress emotivo legato a specifiche situazioni.

Quali sono i sintomi della bulimia nervosa?

Principali criteri descrittivi della Bulimia Nervosa secondo il DSM-5 (2014)

  • Ricorrenti episodi di abbuffata. Un episodio di abbuffata è caratterizzato da entrambi i seguenti aspetti:
  1. Mangiare, in un determinato periodo di tempo (per es., un periodo di due ore), una quantità di cibo significativamente maggiore di quella che la maggior parte degli individui assumerebbe nello stesso tempo e in circostanze simili.
  2. Sensazione di perdere il controllo durante l’episodio (per es., sensazione di non riuscire a smettere di mangiare o a controllare cosa e quanto si sta mangiando).  
  • Ricorrenti e inappropriate condotte compensatorie per prevenire l’aumento di peso, come vomito autoindotto, abuso di lassativi, diuretici o altri farmaci, digiuno o attività fisica eccessiva.  
  • Le abbuffate e le condotte compensatorie inappropriate si verificano entrambe in media almeno una volta alla settimana per 3 mesi.  
  • I livelli di autostima sono indebitamente influenzati dalla forma e dal peso del corpo.  
  • L’alterazione non si manifesta esclusivamente nel corso di episodi di anoressia nervosa.  
  • Il livello minimo di gravità si basa sulla frequenza di condotte compensatorie inappropriate (si veda sotto). Il livello di gravità può essere aumentato per riflettere altri sintomi e il grado di disabilità funzionale.  
    • Lieve: Una media di 1-3 episodi di condotte compensatorie inappropriate a settimana  
    • Moderata: Una media di 4-7 episodi di condotte compensatorie inappropriate a settimana.
    • Grave: Una media di 8-13 episodi di condotte compensatorie inappropriate a settimana.
    • Estrema: Una media di 14 o più episodi di condotte compensatorie inappropriate a settimana.  

Come curo la bulimia nervosa?

L’approccio terapeutico che utilizzo ai fini del trattamento della Bulimia Nervosa combina la terapia Cognitivista Costruttivista con la terapia Cognitivo-Comportamentale.
L’approccio Cognitivo-Costruttivista per la cura della Bulimia Nervosa mira ad evidenziare le componenti psicologiche, emotive e relazionali che hanno contribuito all’esordio e al mantenimento nel tempo di questo disturbo. Si analizzano il contesto emotivo, cognitivo e comportamentale (famiglia di origine, primi legami di amicizia, prime relazioni sentimentali, struttura di personalità) in cui l’Anoressia Nervosa ha fatto il suo esordio e si è sviluppata nel tempo.
Mediante questo approccio si punta a lavorare sull’investimento psicologico ed emotivo che il soggetto fa sul peso e le forme corporee, che diventano l’unico o il principale fattore in base al quale esse calcolano il proprio valore personale: in particolare, lavoro sulla percezione di sé (bassa autostima) e degli altri, nonché sulla paura del giudizio che contraddistingue questo tipo di disturbo.
Inoltre, vado ad agire sulle situazioni ambientali contingenti che rinforzano questo disturbo, come ad esempio un rapporto disfunzionale con la propria famiglia. L’obiettivo finale della terapia è quello di restituire la fiducia verso se stessi, costruire il concetto di valore del Sé, migliorando l’autostima e l’autoefficacia percepita, con il risultato finale di una maggiore partecipazione attiva nella propria vita e maggiore percezione di benessere.

A fianco del precedente approccio, utilizzo una serie di tecniche e strategie di intervento appartenenti alla terapia cognitivo-comportamentale: l’obiettivo principale di questo trattamento per la Bulimia Nervosa è modificare l’idea che il peso, la forma fisica o la magrezza siano l’unico e più significativo metro di misura per conferire valore alle persone.

Il trattamento psicoterapico individuale si divide in 4 fasi (Fairburn et al., 2012):

  • Individuazione e monitoraggio dei processi e dei comportamenti chiave che mantengono il disturbo; individuazione delle regole di gestione dei pasti e degli spuntini, nonché monitoraggio del peso.
  • Modifica dei comportamenti disfunzionali (abbuffate e comportamenti di compensazione quali vomito, purghe ecc.); inoltre, riduzione dell’eccessiva preoccupazione per il peso e le forme corporee.
  • comprensione del significato dei meccanismi che mantengono attivo il disturbo (aspetti psicologici, emotivi e relazionali causalmente ascrivibili alla Bulimia Nervosa).
  • Applicazione di procedure finalizzate a prevenire le ricadute, a mantenere i risultati raggiunti durante il trattamento e alla preparazione della fine della terapia.