Autolesionismo: psicologia - Psicologo Prato Iglis Innocenti

Autolesionismo: psicologia

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L’autolesionismo, noto anche come autolesionismo non suicidario o autolesionismo deliberato, è un comportamento autodistruttivo in cui una persona si infligge volontariamente lesioni fisiche o danni al proprio corpo. Questo comportamento può includere tagli, bruciature, graffi, colpi o altre forme di autolesionismo.

In psicologia, l’autolesionismo è spesso considerato un sintomo di disagio emotivo o di sofferenza psicologica sottostante. È spesso associato a condizioni come la depressione, l’ansia, i disturbi dell’umore, i disturbi alimentari, il disturbo borderline di personalità e il disturbo da stress post-traumatico. Tuttavia, non è esclusivo di queste condizioni e può verificarsi anche in assenza di una diagnosi specifica.

Autolesionismo e criteri nosografici

Il DSM-5  considera autolesionismo non suicidario come categoria diagnostica a sé stante. I criteri per la diagnosi di autolesionismo proposti nel manuale sono i seguenti:

Criterio A

Nell’ultimo anno, in cinque o più giorni, l’individuo si è intenzionalmente inflitto danni di qualche tipo alla superficie corporea in grado di indurre sanguinamento, lividi o dolore (per es. tagliandosi, bruciandosi, accoltellandosi, colpendosi, strofinandosi eccessivamente), con l’aspettativa che la ferita porti a danni fisici soltanto lievi o moderati (non c’è intenzionalità suicidaria).

Criterio B

L’individuo è coinvolto in condotte autolesive con una o più delle seguenti aspettative:

  1. Ottenere sollievo da una sensazione o uno stato cognitivo negativi
  2. Risolvere una difficoltà interpersonale
  3. Indurre una sensazione positiva

Criterio C

L’autolesività intenzionale (le condotte autolesive) è associata ad almeno uno dei seguenti sintomi:

  1. Difficoltà interpersonali o sensazioni o pensieri negativi, come depressione, ansia, tensione, rabbia, disagio generalizzato, autocritica, che si verificano nel periodo immediatamente precedente al gesto autolesivo.
  2. Prima di compiere il gesto autolesivo, presenza di un periodo di preoccupazione difficilmente controllabile riguardo al gesto che l’individuo ha intenzione di commettere.
  3. Pensieri di autolesività presenti frequentemente, anche quando il comportamento non viene messo in atto.

Le 3 forme diverse di autolesionismo

I comportamenti autolesivi non sono riconducibili ad un’unica modalità di auto-danneggiamento. L’auto-danneggiamento intenzionale (“deliberate self harm“) può essere suddiviso in tre categorie principali di condotte:

  • auto-danno, come l’abuso di sostanze psicoattive, la sessualità promiscua e il gioco d’azzardo,
  • auto-avvelenamento, come l’ingestione di sostanze tossiche e l’overdose di droghe,
  • autolesive, come tagliarsi e bruciarsi.

Funzioni dell’autolesionismo

L’autolesionismo può avere significati e fuzioni diversi, in particolar modo i seguenti tre.

  1. Punizione. Alcuni soggetti utilizzano comportamenti autolesisi al fine di punire se stessi come conseguenza di una delusione personale. Auto danneggiarsi, in altre parole, diventa un modo fisico di criticare se stessi, come conseguenza di un profondo senso di inadeguatezza personale.
  2. Strategia di coping. L’autolesionismo viene impiegato al fine di regolare il proprio stato emotivo. In questo caso, la traduzione di una emozione inaccettabile e/o incomprensibile in un dolore fisico, rende più tollerabile e gestire il proprio disagio emotivo.
  3. Comunicazione. Provocarsi ferite diventa un modo di paralre del proprio disagio. Un modo certamente estremo di dare voce al proprio dolore, in modo che gli altri ci ascoltino. A tal proposito, ricordiamo cosa diceva Antonio nell’opera di Shakespeare a proposito delle ferite inflitte a Cesare il giorno in cui fu ucciso: “…vi mostro le ferite del dolce Cesare, povere, povere bocche mute, e chiedo loro di parlare per me…”.

Terapie

La terapia psicologica, come la terapia cognitivo-comportamentale (CBT) o la terapia dialettico-comportamentale (DBT), può essere utile per trattare l’autolesionismo. Queste terapie possono aiutare le persone a sviluppare strategie alternative per affrontare le emozioni negative, migliorare la gestione dello stress e sviluppare un senso di autocontrollo e di accettazione di sé.

È importante notare che l’autolesionismo può essere un comportamento pericoloso e potenzialmente letale. Per questo, è fondamentale cercare immediatamente assistenza medica o contattare un professionista della salute mentale per ricevere il supporto adeguato.