Gestire le cose, organizzarle, tenere sotto controllo una situazione. Sono tutte facoltà umane genuine ed utili, che rendono l’adattamento all’ambiente più funzionale alle nostre esigenze e ai nostri scopi.
Inoltre, esistono meccanismi di controllo che adoperiamo al fine di verificare l’efficienza o la validità di un’azione o la bontà di una scelta. Chi non ha mai ricontrollato di avere le chiavi nella borsa oppure di aver chiuso la porta?
Queste azioni nascono dalla paura di incappare in un errore, oppure un imprevisto o una situazione difficile da gestire in quanto nuova o poco conosciuta. In questi casi, controllare significa darsi l’opportunità di stare bene, magari traforando una situazione in una routine prevedibile.
In altri termine, controllare ci fa sentire più al sicuro.
Ma allora quando dobbiamo cominciare a preoccuparci?
Quando tenere sotto controllo diventa un problema?
In sostanza, quando controllare diventa una necessità. Ovvero, quando controllare viene applicato su tutto e tutti, diventando il mezzo elettivo con il quale si approcciano le varie situazioni di vita.
Ad esempio, non è un problema se chiamo il mio partner perché ho il piacere di sapere cosa fa e come sta. Ma chiamarlo ogni volta che è fuori, oppure ogni volta che non si fa sentire per più di un’ora, costringendolo a rispondere ad ogni costo, potrebbe essere sintomo di un problema.
Oppure, studiare e ripetere un capitolo di un libro fino allo stremo delle forze, perché non si è perfettamente sicuri di sapere le cose.
Il nostro bisogno di sentirci sotto controllo è guidato dalla paura. Molte persone si sentono spaventate e ansiose quando pensano a tutte le cose che sono fuori dal loro controllo e a tutto ciò che potrebbe andar storto. Controllo e certezza ci danno un senso di sicurezza. Quindi, è naturale voler controllare le cose e le persone. Così, cercare di controllare le cose, in modo rigido e perfezionista, diventa il nostro modo di affrontare la paura e l’ansia.
Il problema è che non possiamo controllare la maggior parte delle cose nella vita e cercare di controllarle non necessariamente migliora le nostre vite. Il controllo può creare una serie di problemi come stress e relazioni interpersonali tese. Inoltre, la tendenza a tenere sotto controllo in modo assoluto può sostenere diverse forme di sofferenza mentale, caratterizzate da rimuginio, forte stato di ansia e di allerta costante, filtraggio serrato delle proprie emozioni, ricerca di rassicurazioni inadeguate.
Così, il controllo esprime solo un’apparente e fragile rassicurazione alle nostre paura, costruendo nel tempo la strada ad un perenne e cronico stress psicologico ed emotivo.
Quali sono le caratteristiche di un controllo eccessivo?
Ad esempio quando necessariamente vogliamo che le cose siano prevedibili e rispettino una routine, oppure quando tendiamo ad essere perfezionisti senza dare margini di errori a noi stessi o ad altri. Ancora: quando si hanno standard elevati e rigidi, tale per cui non si ammettono sbagli o interruzioni. Una forte tendenza a criticare e giudicare se stessi e/o gli altri in modo negativo, senza ammettere anche in questo caso sfumature. Una forte preoccupazione per i cambiamenti, che portano la persona a mantenere sempre la comfort zone anche quando questa si rivela “poco confort”!
Come se ne esce?
Partiamo da una considerazione “banale”, che in realtà non lo è: non esistono certezze!
Pur sapendolo, spesso cadiamo in questo falso mito, che ci costringe alla ricerca di perfezione, la quale, a sua volta, ci porta ad esercitare un ipercontrollo sulle nostre azioni e pensieri.
Dobbiamo capire che non si possono evitare gli imprevisti, e quindi le persone si trovano a consumare energie per avere in mano solo un’illusione. Il controllo che nasce per cancellare dubbi trasforma l’individuo in un cacciatore di dubbi.
Infine, tutte le strategie di controllo consumano energie. La quotidianità diviene la ruota di un criceto fatta di dubbio-ansia-controllo-leggero sollievo-dubbio su cui le persone continuano a muoversi senza vedere quante altre attività piacevoli dell’esistenza vengono sacrificate. Infine, noi che vediamo la ruota da fuori, sappiamo che anche abbandonando il controllo, gli esiti tanto temuti (e il dolore che li accompagna) non si verificano o non sono così terribili come vengono immaginati. Tuttavia non sempre si è disposti a sperimentarlo.
Molto spesso la psicoterapia per trattare i disturbi d’ansia (ma non solo) è un percorso di graduale abbandono del controllo e di accettazione dell’incertezza.