"Paura di essere gay": HOCD Homosexual Obsessive-Compulsive - Psicologo Prato Iglis Innocenti

“Paura di essere gay”: HOCD Homosexual Obsessive-Compulsive

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Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC) è una condizione psichiatrica caratterizzata dalla presenza di ossessioni, pensieri intrusivi e ricorrenti, e compulsioni, azioni ripetitive messe in atto per ridurre l’ansia generata da tali pensieri. Tra le numerose varianti del DOC, una delle meno conosciute ma non per questo meno invalidanti è quella legata alla paura ossessiva di essere omosessuali, conosciuta anche come HOCD (Homosexual Obsessive-Compulsive Disorder).

Che cos’è l’HOCD?

L’HOCD non è una diagnosi clinica riconosciuta nei manuali diagnostici come il DSM-5, ma rappresenta una forma specifica di DOC in cui l’ossessione ruota intorno all’orientamento sessuale. La persona colpita non è necessariamente omosessuale, bisessuale o in fase di esplorazione della propria identità, ma sperimenta pensieri ricorrenti, intrusivi e disturbanti legati alla possibilità di essere gay o lesbica, nonostante si identifichi come eterosessuale.

È importante chiarire che l’HOCD non è una manifestazione dell’omofobia, né un’espressione nascosta dell’omosessualità repressa. È un disturbo d’ansia, in cui la preoccupazione patologica è alimentata dal dubbio persistente e da un’intensa paura di perdere il senso del sé.

Come si manifesta l’HOCD?

Le persone affette da HOCD possono sperimentare sintomi come:

  • Pensieri ossessivi ricorrenti: domande come “E se fossi gay e non me ne fossi mai accorto?”, “Quello sguardo significa che mi attrae?”, “E se mi sentissi eccitato/a guardando una persona del mio stesso sesso?”.

  • Controlli mentali e compulsioni: l’individuo può cercare prove per confermare o smentire il proprio orientamento. Può ripercorrere mentalmente esperienze passate, confrontarsi continuamente con amici o partner, o testare le proprie reazioni guardando immagini o video.

  • Evitamento: evitare situazioni, persone o stimoli che potrebbero scatenare dubbi (es. evitare palestre, film con contenuti LGBTQ+, contatti con amici omosessuali).

  • Sensazioni fisiche amplificate: malintesi sulle normali risposte corporee possono intensificare il dubbio. Anche una minima reazione fisiologica (es. un’erezione o una sensazione allo stomaco) può essere interpretata come una “prova” della presunta omosessualità.

La persona si trova così intrappolata in un ciclo continuo: un pensiero intrusivo genera ansia, che porta a mettere in atto strategie compulsive per cercare sollievo, che a loro volta alimentano la credenza e rinforzano il disturbo.

Differenze tra HOCD e un vero processo di esplorazione dell’identità sessuale

È essenziale distinguere l’HOCD da un normale percorso di scoperta o ridefinizione della propria identità sessuale. Chi esplora la propria sessualità può provare incertezza o ansia, ma questi vissuti non sono caratterizzati dall’urgenza compulsiva di “trovare una risposta definitiva” per ridurre l’ansia. Inoltre, nell’esplorazione identitaria, vi è spesso curiosità o apertura verso nuove esperienze; al contrario, nell’HOCD, qualsiasi dubbio genera angoscia e la possibilità di essere gay viene vissuta come minacciosa e intollerabile.

Cause e fattori di rischio

Come per le altre forme di DOC, anche nel caso dell’HOCD non esiste una causa univoca. Si tratta di un disturbo complesso, influenzato da una combinazione di fattori biologici, psicologici e ambientali:

  • Fattori neurobiologici: squilibri nei circuiti cerebrali legati al controllo degli impulsi e alla regolazione dell’ansia.

  • Fattori cognitivi: tendenza al pensiero dicotomico (tutto o niente), intolleranza all’incertezza, iper-responsabilità morale.

  • Contesto culturale e sociale: ambienti molto rigidi o moralistici rispetto alla sessualità possono contribuire allo sviluppo del disturbo.

  • Eventi stressanti: cambiamenti di vita, traumi, rotture affettive possono fungere da fattori scatenanti.

Come si cura?

Il trattamento dell’HOCD rientra nelle stesse linee guida per la cura del DOC. Le due modalità terapeutiche principali sono:

1. Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT)

È il trattamento d’elezione. In particolare, si utilizza una tecnica chiamata Esposizione con Prevenzione della Risposta (ERP), che consiste nell’esporre gradualmente la persona agli stimoli che generano ansia (es. il pensiero “Potrei essere gay”), evitando di mettere in atto le compulsioni (es. cercare rassicurazioni o fare test mentali). Il lavoro terapeutico mira a insegnare al paziente a tollerare l’incertezza e a modificare le credenze disfunzionali.

2. Trattamento farmacologico

In alcuni casi può essere utile affiancare alla terapia psicologica l’uso di farmaci antidepressivi, in particolare gli SSRI (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina), che aiutano a ridurre l’intensità delle ossessioni e delle compulsioni.

Il ruolo della psicoeducazione

Un aspetto fondamentale della cura è la psicoeducazione. Comprendere il meccanismo del DOC e le sue varianti aiuta il paziente a normalizzare i propri sintomi e ridurre la colpa o la paura. È importante che anche i familiari siano informati, così da evitare atteggiamenti involontariamente controproducenti, come offrire continue rassicurazioni.

Conclusioni

L’HOCD è un disturbo serio, spesso sottovalutato o frainteso. Chi ne soffre vive un’intensa sofferenza interiore, alimentata dalla paura costante di non conoscere se stesso o di “scoprire” qualcosa di spaventoso sulla propria identità. Ma la realtà è che l’HOCD non ha nulla a che fare con l’orientamento sessuale: è un problema legato al dubbio patologico, all’intolleranza dell’incertezza e al bisogno compulsivo di controllo.

Attraverso un trattamento adeguato, è possibile uscire dal ciclo ossessivo e tornare a vivere con maggiore serenità. La chiave è riconoscere che il problema non è “essere o non essere gay”, ma l’ansia invalidante che deriva dal DOC. Solo affrontando questa radice è possibile guarire.