Ossessioni aggressive: Fake News mentali! - Psicologo Prato Iglis Innocenti

Ossessioni aggressive: Fake News mentali!

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Molte persone, debbo dire più di quello che si possa immaginare, giungono in terapia con un problema piuttosto invalidante. Questi affermano di avere in testa ossessioni aggressive, ovvero immagini e/o pensieri involontari di uccidere il proprio caro.

Un mio paziente, ad esempio, mi raccontava di amare molto la moglie, che in quel momento era anche incinta del primo figlio. Affermava di non avere mai avuto particolari problemi coniugali. Inoltre, diceva di non essere una persona aggressiva, bensì piuttosto remissiva e contro qualsiasi forma di violenza. Era venuto perché aveva la paura di accoltellare la moglie, guarda caso proprio alla pancia. Ciò lo aveva portato a togliere di mezzo tutti i coltelli dalla cucina, nonché tutti gli oggetti appuntiti, tra cui alcune penne. Aveva anche cominciato a non dormire più accanto alla moglie, per paura di un “raptus” che avrebbe potuto nuocere lei e il bambino.

Ciò che turbava di più questa persona era il profondo solco fra ciò che realmente provasse per la moglie (amore e senso di protezione), e quelle immagini e/o pensieri intrusivi, che lui aveva paura tradissero un lato oscuro e nascosto di sé.

Come è possibile amare una persona, preservarne l’incolumità, e avere queste immagini in testa?

È davvero un paradosso. Eppure è ciò che accade.

Se ci pensiamo, paradossi di questo tipo li abbiamo un po’ tutti, sicuramente più ridimensionati e con ben più limitati effetti. Quante volte sarà capitato di affacciarsi ad un balcone o una finestra, e pensare: ”Ma se mi buttassi?”, “Se cadessi?”. Eppure, non siamo persone tendenti al suicidio, o con particolari pensieri di morte. Eppure, in quel momento, di fronte al vuoto sotto di noi, ci lasciamo accarezzare da un pensiero che, fortunatamente, non si appiccica addosso a noi!

Invece, nei casi come quello menzionato poc’anzi, capita che un pensiero, da piccolo “ronzio”, diventi un rumore continuo e assordante, che porta un individuo a dubitare addirittura di se stesso.

Come è possibile?

 

Ossessioni aggressive: Fake News mentali!

Innanzitutto deve essere chiaro una cosa: questi pensieri NON sono rivelatori di ciò che siamo!

Anzi!! Proprio il contrario.

Se dovessimo sintetizzare con una formula, il pensiero intrusivo è tanto più aggressivo quanto più in realtà siamo l’esatto contrario! In altre parole, più io amo realmente mia moglie, più questi pensieri mi presenteranno, in maniera intrusiva ed involontaria, un gesto aggressivo verso di questa. Ancora: se ho questo pensiero, devo star pur certo che sono l’esatto opposto!

Le persone si lasciano (comprensibilmente) spaventare dall’immagine che questo pensiero rimanda. Ma è proprio qui che si gioca la partita.

Questi pensieri potrebbero tranquillamente essere visti come “fake news”! Ovvero, notizie su di noi del tutto alterate, distorte e, pertanto, false. Sono il frutto di altri aspetti emotivi (ad esempio, paura o rabbia non espressa), ma NON SONO lo specchio rivelatore della nostra personalità. NON SONO un parametro di ciò che siamo “realmente”. Sono DISTORSIONI che non rivelano nessuna realtà nascosta, o violenza latente.

Queste ossessioni aggressive fanno parte di un disturbo preciso, il Disturbo Ossessivo-Compulsivo (per una descrizione dettagliata, si veda questa pagina). Questo disturbo porta l’individuo ad avere ossessioni aggressive, le quali esprimono la paura di far del male ad un’altra persona, spesso una persona molto vicina affettivamente. Si può arrivare addirittura ad immaginare gesti molto aggressivi, come omicidio o atti criminali come rubare.

L’effetto diretto di questo macrocosmo di pensieri è avere ansia e sensi di colpa, in quanto, come dicevamo poc’anzi, si ha paura rivelino una nostra inconscia disposizione.

 

Se ne esce?

Il primo passo è il seguente: “Io non sono questo pensiero!”.

In altre parole, il principio di tutto è avere coscienza che questi pensieri non rivelino niente, NIENTE, di noi. Non sono, come dicevamo sopra, misuratori di ciò che siamo ma non vediamo. Non indicano la nostra volontà.

È un disturbo! 

Immaginate una persona che abbia spasmi muscolari involontari al braccio destro. Se inavvertitamente, a casa di uno spasmo improvviso, dovesse colpire un amico alla sua destra, sarebbe corretto che definisse se stesso un uomo violento? E quel gesto, sarebbe corretto interpretarlo come misura della personalità di quella persona che lo ha agito?

Esistono malattie neurologiche e psichiatriche che possono portare l’individuo a dire cose o a comportarsi in maniera totalmente involontaria, come nella Sindrome della Tourette.

Il secondo passo è farsi aiutare. Esistono psicoterapie che possono “abbassare il rumore” di fondo, e permettere alla persona di affrontare questi pensieri in modo da ridimensionare il loro impatto nella propria vita.