Iniziamo con un paradosso: l’ortoressia è la manifestazione estrema di un comportamento che, tutto sommato, dovremmo esprimere tutti!
Confusi, eh? Vediamo di cosa si tratta.
Quando la “cura” diventa “malattia”
Fin da piccoli abbiamo sentito fino alla nausea frasi del tipo “mangiare sano è la base della vita”, “frutta e verdura non devono mancare in una sana alimentazione”, “fai attività fisica”.
A pensarci bene, queste indicazioni non sono di per sé sbagliate. In effetti, siamo ciò che mangiamo. Pertanto, un’alimentazione sana, un apporto calorico adeguato ed una sana attività fisica sono pilastri fondamentale del nostro benessere.
Ma è possibile che, seppur sana, questa serie di abitudini alimentari possano diventare “tossiche” per la nostra salute?
La risposta è sì!
Vediamo in che modo.
Ortoressia: eccessiva attenzione o mania?
Per “ortoressia” si intende l’ossessione maniacale per i cibi sani e, in generale, per un’alimentazione sana. Ciò si esprime in una forte e ossessiva attenzione verso le numerose diete esistenti sul mercato ed è caratterizzata dalla preselezione rigida e specifica degli alimenti.
Tale condizione è sorretta dal tentativo di raggiungere uno stato di salute ottimale. Questa ricerca, ahimè, può portare a gravi condizioni mediche connesse alla malnutrizione, oltre a un’instabilità affettiva e all’isolamento sociale.
La differenza con i DCA è che, mentre in questi tutte le attenzioni sono poste sulla quantità di cibo e sulle sue ricadute, nell’ortoressia tutte le preoccupazioni riguardano la qualità del cibo.
Impiegano un tempo considerevole a esaminare l’origine (ad esempio, se le verdure sono state esposte a pesticidi). Ne verificano la lavorazione (se ad esempio il contenuto nutritivo potrebbe essere andato perso durante la cottura). Studiano il confezionamento (per esempio, se le etichette forniscono sufficiente informazione per giudicare la qualità di specifici ingredienti) dei cibi che sono poi messi in commercio.
Il rischio di contaminazione, la minaccia che sia sporco e non sano, non puro, e si può trasformare in una vera e propria mania di persecuzione. Si pensi che tale preoccupazione nel caso dell’ortoressia può innescare comportamenti alimentari complessi. Ad esempio, codificare tutta una serie di regole intere su quali cibi possono essere assunti insieme a ogni pasto o in specifici momenti del giorno. Oppure, credenze in base alle quali la digestione ottimale di un certo cibo debba richiedere una specifica quantità di tempo.
Inoltre, c’è un investimento extra pasto nella pianificazione e nella realizzazione dei pasti quotidiani.
Caratteristiche psicologiche
Dal punto di vista psicologico, i soggetti ortoressici provano intensa frustrazione quando i loro rituali alimentari sono impediti o interrotti in qualche modo. Provano disgusto quando la purezza del cibo sembra essere violata. Provano un’emozione di colpa e a un disgusto verso se stessi (talvolta un vero e proprio odio) a seconda del grado di aderenza al sistema di regole interno che ruota attorno alla percezione soggettiva di ciò che è giusto o sbagliato.
Ed è proprio la rigidità delle regole e delle credenze legate all’alimentazione che possono produrre un’altra conseguenza negativa a livello psicologico: l’isolamento sociale.