Siamo in crisi economica!
Crisi di coppia e crisi economica: quale punto di contatto?
Non è certo la prima volta. Ma è ora. La crisi economica globale è anche nella nostra città, nella nostra quotidianità. Oggi il mondo appare più piccolo, a portata di mano, ma per questo diventa più fragile, come se quel piccolo mappamondo di cartapesta che eravamo soliti avere in classe alle elementari si fosse d’un tratto sostituito al nostro reale. Come fece giustamente notare l’ex presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy, la parola “crisi” scritta in cinese è composta di due caratteri, uno rappresenta il pericolo e l’altro rappresenta l’opportunità. Una crisi – la cui natura è creare un disequilibrio al proprio assetto esistenziale, sociale ed emotivo – porta con sé rabbia, dolore, tristezza, disorientamento, delusione.
Ma, grazie alle risorse personali che abbiamo acquisito e sviluppato nel corso nella nostra vita, attraverso una crisi è possibile tornare a un nuovo equilibrio, a un nuovo modo di vivere se stessi e l’ambiente che ci circonda. Il problema nasce quando si ha difficoltà ad attingere a queste risorse. Allora si crea un impasse, una specie di cristallizzazione del disequilibrio. Come se la via che porta al nuovo riassetto personale fosse bloccata e costringesse l’individuo a rimanere in un limbo statico. Ed oggi, anche a causa di come è venuta a delinearsi la nostra società, risulta essere ancor più difficile attingere e utilizzare le proprie risorse.
Si parla di crisi economica, non vi è dubbio. Ma quello che vediamo nei nostri studi professionali, attraverso gli occhi di noi Esperti della Salute Mentale, non è la crisi del mercato o il peggioramento del potere d’acquisto di una certa parte della società. E’ il riflesso emotivo e psicologico del crollo delle nostre (illusorie) certezze.
La crisi economica può, così, incontrare la crisi dell’individuo, dell’uomo cosiddetto “post-moderno“, che porta con sé le facili chimere della nostra era, i consumi facili del nostro mercato, il debole valore del “vince il più furbo“, tutte cose che incidono sul proprio senso di autoefficacia, rendendo ancor più “incredibile” il momento critico in cui stiamo passando tutti.
In alcuni dei pazienti che arrivano al mio Studio di Prato noto proprio questo: non tanto la mancanza di denaro o la difficoltà di andare in vacanza, quanto l’intima fragilità del proprio senso di autoefficacia.
In due giovani coniugi che mi avevano contattato per superare la loro crisi di coppia a Prato, notai che la scomparsa della sicurezza nel lavoro del marito aveva causato una mancanza di serenità e spontaneità nella vita di relazione, determinando problemi anche nella sessualità di coppia. Crisi del mondo. Così, crisi di coppia.
Ansia e pensieri intrusivi avevano rafforzato la paura nel marito di non riuscire a mantenere più il proprio ruolo di “uomo”, colui che per intenderci riesce a dare alla famiglia e alla moglie le attenzioni che un padre e un marito dovrebbe essere “sempre” capace di dare. Pertanto, ansia e depressione si connotano di significati molto personali: è una crisi economica che lede il significato personale che eravamo riusciti a costruire.
Accanto a questo caso di crisi di coppia e crisi economica a Prato, mi capitò un’altra situazione singolare. Un paziente mi contattò perché, da circa un anno, il giovedì o venerdì gli veniva un attacco d’ansia, con affanno, battito cardiaco e sudorazione importante. Non riusciva a spiegarsi le motivazioni, dato che non aveva mai sofferto di attacchi di panico. Cercando di capirne i motivi, dopo poche sedute riuscimmo a individuare il problema: in poche parole aveva la “fobia del weekend“. Avvicinandosi al fine settimana, l’uomo cominciava ad essere preoccupato del fatto che il sabato o la domenica sarebbe uscito con la moglie per andare nei negozi a fare compere, oppure a portare i bambini al cinema, dovendo pertanto spendere oltre le proprie disponibilità.
Dietro i suoi problemi, in altre parole, vi era il disagio del tenore di vita che non poteva più sostenere e a cui aveva abituato la famiglia precedentemente.Anche in questo caso, il suo senso di autoefficacia era venuto meno, causando pressioni importanti a livello emotivo, con ripercussioni significative all’interno della coppia: maggiori litigi e quiescenza sessuale. L’equilibrio della coppia è un “equilibrio dinamico”, ovvero un assetto relazionale che non può rimanere statico nel tempo, ma deve costruirsi intorno a una flessibilità che consenta alla diade che la costituisce di evolversi negli anni, assicurando una soddisfacente e proficua interazione, affettiva, sessuale e di comunicazione.
Vi sono situazioni, purtroppo, in cui questa flessibilità non è accessibile (a causa di anni di mancanza di dialogo o a causa di periodi di forte stress emotivo), ed è per questo che un percorso di Terapia di coppia può consentire di guardare il problema da un altro punto di vista. L’obiettivo primario è dare ai partner della coppia gli strumenti – emotivi e comunicativi – per trovare nuove strategie al fine di affrontare il momento di disequilibrio che mina il loro benessere.
La mia esperienza di Psicoterapeuta – spesso alle prese con la crisi di coppia a Prato – mi suggerisce che ognuna ha le proprie risorse: gli anni passati insieme, le esperienze fatte, le scelte effettuate, le difficoltà incontrate e affrontate nel tempo costituiscono un patrimonio fondamentale della coppia, all’interno del quale cercare e individuare gli strumenti per superare il problema attuale. Friedrich W. Nietzsche scriveva: «Bisogna avere ancora un caos dentro di sé per partorire una stella danzante». Mi piace pensare, dunque, che il momento di “caos” della coppia rappresenti lo sfondo per la nascita di una stella o, se volete, di una nuova vita di relazione.