Che cosa è l’ipocondria?
L’Ipocondria è definita, da un punto di vista clinico, come una forte e pervicace preoccupazione legata alla paura di avere, oppure alla convinzione di avere, una grave malattia.
I sintomi caratteristici della Ipocondria (che nel DSM-5 si rimandano ai criteri diagnostici riferibili al Disturbo da sintomi somatici e al Disturbo da ansia di malattia, dipendentemente dalla presenza o assenza di sintomi somatici) sono:
presenza di pensieri, sentimenti o comportamenti eccessivi rivolti ai sintomi somatici o a preoccupazioni sulla salute.
Caratteristiche della Ipocondria
- marcata preoccupazione di avere una grave malattia, che può essere accompagnata o meno da sintomi somatici;
- livelli molto alti di ansia per il proprio stato di salute;
- costante e intensiva messa in atto di comportamenti correlati alla salute o di evitamenti disadattivi (p.e., evitare gli ospedali);
- eccessivo dispendio di tempo e di energie per questioni/preoccupazioni riguardanti la salute.
Un caso di Ipocondria da me trattato
Un mio paziente di 34 anni afflitto da Ipocondria viveva con una forte e pervicace paura di avere un infarto all’improvviso.
Questo disagio lo portava a misurarsi spesso la pressione, a controllarsi i battiti del cuore, a stare attento agli sforzi fisici che gli avrebbero causato un aumento repentino della pressione e, susseguentemente, la possibilità di un infarto. Non trovava conforto nemmeno dopo aver effettuato i più opportuni esami medici che, peraltro, davano sempre risultati negativi. Ricordo anche che, di fronte alla notizia della tragica e improvvisa scomparsa del calciatore Piermario Morosini proprio a causa di un infarto improvviso: il suo stato di malessere e di preoccupazione raggiunse livelli insostenibili.
Proprio questo è uno degli aspetti più indicativi dell’Ipocondria: venire a sapere che una persona è morta per malattia e/o si è ammalata, può innescare un circolo vizioso tale per cui una persona ipocondriaca sentirà e osserverà su se stessa proprio i sintomi di quella stessa malattia.
Avere una paura di questo tipo può dare effetti molto importanti e pervasivi a livello sociale e lavorativo: questo paziente, ad esempio, aveva limitato molto la propria vita, organizzandola attorno alla preoccupazione dell’infarto: pertanto, gli spostamenti al lavoro, le vacanze, i rapporti con gli altri e con la propria partner erano spesso condizionati dal proprio malessere, fino al ritiro sociale e/o all’evitamento di qualsiasi contesto, in quanto avvertito rischioso. Una volta, questo paziente decise di non partire per le vacanze perché, nella località dove avrebbe dovuto passare i giorni, non vi erano ospedali sufficientemente vicini.
Da dove nasce e come si struttura l’ipocondria?
Solitamente, la preoccupazione si basa sulla «errata interpretazione di uno o più segni o sintomi fisici».
In altri termini, viene dato a ciascun sintomo un significato clinicamente rilevante, andando a definire uno stato di allerta e sospettosità tale, che in seguito porterà la persona a ritenere di essere affetta da una vera e propria malattia o di rischiare una imminente patologia invalidante o mortale. Così, un dolore intercostale, il battito del cuore leggermente accelerato, una sensazione al braccio acquisiscono rapidamente valore di malattia, richiamando la paura dell’infarto o di un’altra situazione di allarme clinico.
Nonostante i più idonei accertamenti medici sconfessino la presenza di problemi fisici e/o malattie specifiche, spesso il senso di allerta e la convinzione di avere una malattia permangono.