Vent’anni.
Un numero che racchiude una parte importante della mia vita, vent’anni di ascolto, di incontri, di emozioni condivise.
Quando ho iniziato questo percorso come psicologo e psicoterapeuta non immaginavo davvero quanto mi avrebbe trasformato, sia come professionista, ma soprattutto sia come persona.
In questi anni ho incontrato tante storie diverse: alcune fatte di dolore, altre di ricerca, di smarrimento, di coraggio, di rinascita. Ogni volta ho imparato qualcosa di nuovo sulla mente umana, sulla forza e sulla fragilità che convivono in ognuno di noi. E, inevitabilmente, anche su me stesso.
Non è stato sempre facile. Ci sono stati momenti di fatica, di dubbio, di domande senza risposta. Fare il mio lavoro significa accettare di stare dentro la complessità, di non avere sempre soluzioni, ma di continuare ad esserci, con presenza, rispetto e autenticità. Sentire il morso della frustrazione quando avverti di non avere strumenti sufficienti ad aiutare la persona che hai di fronte. Sentire, d’altra parte, la forte motivazione a trovarli, setacciando gli angoli “sicuri” dei libri e manuali tecnici universitari, ascoltando te stesso e il processo di rispecchiamento che si instaura in terapia col tuo paziente.
E proprio lì, in quella dimensione umana e imperfetta, ho trovato il senso più profondo di questa professione: accompagnare l’altro nel suo percorso di scoperta e cambiamento, camminando accanto, non davanti.
Col tempo ho capito che la psicoterapia non è solo un lavoro di cura, ma un incontro tra due esseri umani che si riconoscono nella loro vulnerabilità e nella loro possibilità di trasformarsi.
Ogni percorso, ogni persona che ha scelto di fidarsi di me, mi ha lasciato qualcosa. Un frammento di vita, uno sguardo, un silenzio, un insegnamento.
Oggi, guardando indietro, sento un grande senso di gratitudine.
Gratitudine verso tutte le persone che hanno condiviso con me un tratto del loro cammino, per la fiducia che mi hanno mostrato.
Gratitudine verso i colleghi e i maestri da cui ho imparato, e verso me stesso, per aver creduto in questo lavoro anche nei momenti difficili.
Vent’anni dopo continuo a pensare che fare lo psicologo e lo psicoterapeuta significhi credere nelle possibilità dell’essere umano. Credere che anche nel dolore può nascere qualcosa di nuovo. Credere che il cambiamento, quando accade, è una forma di vita che si rinnova.
A chi ha camminato con me in questi anni, a chi si è affidato, a chi mi ha insegnato qualcosa semplicemente essendo sé stesso: grazie.
Questo traguardo non è solo mio, ma anche vostro.
E come dice Bruce Springsteen: I’ll meet you further on up the road!!
