Ringrazio la giornalista Samuela Pagliara per questa interessante intervista sul delicato tema dell’abuso sessuale minorile.
Da molti anni mi occupo di questo argomento, sia in tribunale che nel carcere. Negli ultimi tempi, causa anche le varie restrizioni sociali dovuta alla pandemia, i casi di violenza intramuraria sono aumentati. E’ importante informare la comunità e alimentare il dibattito, in modo da fornire gli strumenti conoscitivi per contrastare al meglio questo fenomeno devastante.
L’abuso sessuale minorile, nelle sue diverse forme, fisica, sessuale e psicologica, è un fenomeno complesso. Esso può essere in grado di alterare non solo il naturale sviluppo del soggetto abusato, ma anche la sua capacità di rapportarsi agli altri.
Attualmente vi è la consapevolezza che gli abusi sessuali sui minori costituiscano un dato tristemente crescente. Tuttavia, è forse più corretto parlare non tanto di un aumento delle violenze, quanto piuttosto di un effetto di sensibilizzazione dovuto ai Mass Media e alla maggiore capacità degli operatori di rilevare e segnalare potenziali casi di abuso.
Una delle definizioni più complete di abuso sessuale nei confronti dei minori, é quella elaborata dal NCCAN (National Centre of Child Abuse and Neglect). Secondo questo istituto americano, nella fattispecie di abuso rientrano “I contatti e le interazioni tra un adulto ed un minore, quando l’adulto utilizza il minore per stimolare sessualmente il medesimo, sé stesso o altra persona. L’abuso sessuale può essere commesso anche da una persona minore di 18 anni, quando sia significativamente più grande del minore o quando sia in una posizione di poter o di controllo sull’altro minore”.
Gli effetti psicologici sulle vittime possono essere devastanti: ansia, depressione, senso di impotenza, disturbi della sfera relazionale-affettiva, difficoltà sessuali, dipendenze da sostanze. Pertanto, diventa fondamentale avviare programmi di trattamento per coloro che si macchiano di reati così gravi.